PROGRAMMA
LE DIECI SVOLTE
LA FERITA DEL PATRIMONIO
PRIMA SVOLTA
I numeri del patrimonio e dei rendimenti non mentono: sono ormai 10 anni che il patrimonio (gestito dal Consiglio di Amministrazione sulla base delle indicazioni degli uffici) rende percentuali nette non consone, che in molti casi non hanno recuperato nemmeno la semplice inflazione.
Sono ormai molti anni che le pensioni si riducono, a fronte di sbandierati positivi risultati di bilancio ogni anno.
A tal proposito è ancora forte il partito – interno al Comitato Nazionale dei Delegati – che preme per una maggiore imposizione sugli iscritti al fine di sistemare i bilanci.
Noi siamo fermamente contrari a qualsiasi aumento della imposizione!
Già ci siamo battuti in tal senso!
Senza rivedere i meccanismi alla base del calcolo e senza persone competenti che facciano rendere in modo ragionevole i contributi versati dagli iscritti non sta in piedi alcuno schema previdenziale o alcuna riforma scritta, per quanto articolata e sostenibile.
PRIMA SVOLTA
Questa è la PRIMA SVOLTA da dare, perché l’unico schema previdenziale che sicuramente funziona (cioè che è in grado di assicurare pensioni adeguate) è quello che incrementa il patrimonio semplicemente in linea con il mercato finanziario in italia e all’estero.
Il nostro gruppo intende agire in tal senso e promuovere azioni per aumentare i rendimenti del nostro patrimonio senza dover “mettere le mani” nelle tasche degli iscritti per coprire inefficienze gestionali!
INVESTIMENTI PRIMA PER GLI ISCRITTI
SECONDA SVOLTA
Gli investimenti della Cassa, nel quadro di una accettabile resa patrimoniale, devono essere concentrati prima di tutto sul futuro della professione e della sua redditività.
QUINDI PROPONIAMO:
A- Misure incentivanti le aggregazioni professionali e interprofessionali, che sono gli unici soggetti che oggi, numeri alla mano, sono in grado di accedere a incarichi importanti e remunerativi.
Queste incentivazioni date, volte a conquistare nuove quote di mercato professionale, torneranno con gli interessi.
B – Inarcassa deve impegnarsi a trovare una connessione diretta con gli studenti delle facoltà di ingegneria e architettura e con i giovani professionisti, investendo e realizzando residenze universitarie nelle sedi opportune ed edifici per il coworking e per l’ingresso nel mondo della libera professione.
SECONDA SVOLTA
Basta con investimenti bandiera ma per nulla utili agli iscritti.
Una parte significativa dei proventi deve essere reinvestita per formare e indirizzare studenti e giovani laureati in Architettura e Ingegneria alla libera professione, e per incentivare i progetti di aggregazione tra gli iscritti e anche altri professionisti che possano riprendere il mercato oggi in mano alle grandi società di ingegneria.
UNA PREVIDENZA SCELTA DALL’ISCRITTO
TERZA SVOLTA
Agli iscritti deve essere lasciato un giusto ambito di autonomia, la Cassa deve proporre una offerta costituita da linee di investimento opzionabili annualmente.
Il giovane iscritto sceglierà una soluzione in grado di dare una adeguata pensione non nell’immediato ma dopo alcuni decenni, mentre il professionista con maggiore iscrizione opterà per altra linea considerato che il suo investimento darà i frutti a breve, dopo alcuni anni.
TERZA SVOLTA
Dare libertà di scelta agli iscritti che permetta concorrenza tra le ipotesi offerte con investimenti mirati che portino rendimenti comparabili con quelli del libero mercato, che siano opzionabili direttamente in fase di dichiarazione dei redditi (ove si desideri), e quindi a quale rendimento atteso l’iscritto intenda aderire.
UNA RIFORMA CHE DIA STABILITà
QUARTA SVOLTA
Rivisitazione complessiva dello schema previdenziale a ripartizione attualmente in vigore, considerando fin da subito insieme alle altre variabili questi due elementi, rimossi dal dibattito senza alcuna giustificazione:
A- Rivedere come può essere ampliata la popolazione di iscritti all’Ente (tecnici di ulteriore specialità come i designer o altro non iscritti a un Ordine, e attuali iscritti alla Gestione Separata INPS), fornendo ai Delegati finalmente tutti i dati utili per le deliberazioni conseguenti.
B – Considerare la variabile ETÀ DI PENSIONAMENTO, sulla scorta della esperienza anche di altre Casse e alla luce dell’inverno demografico ormai acclarato e non modificabile per i prossimi decenni.
QUARTA SVOLTA
Dati informativi completi a cura degli uffici (mai ricevuti), e successive convocazioni di carattere straordinario dei Delegati, per elaborare una riforma completa, condivisa e finalmente concreta, che tracci una prospettiva di stabilità per gli iscritti e per lo stesso Ente.
LA NOSTRA assistenZA SENZA SPRECHI
QUINTA SVOLTA
Deve essere ripristinato un corretto inquadramento del tema dell’assistenza di competenza delle Casse privatizzate, alla luce del sempre più evidente default dell’assistenza fornita dal Servizio Sanitario Nazionale, che comunque tutti gli iscritti pagano e quindi hanno ogni diritto di continuare a utilizzare.
L’assistenza deve permettere ai singoli iscritti una modulazione specifica in funzione delle esigenze e della età, e il sistema deve essere concertato con tutte le altre Casse privatizzate.
QUINTA SVOLTA
Assistenza calibrata sulle esigenze di ognuno in modo da permettere concorrenza reale tra le assicurazioni e migliore previsione delle spese senza rischi di default come successo nelle ultime due gare della Cassa.
RICONQUISTARE AMBITI DI LAVORO PERSI
SESTA SVOLTA
Ripresa dell’iniziativa politica nella società e con il Governo, abbandonata da anni, per far comprendere che mantenendo una libera professione emarginata e con redditi in continuo calo, non sussiste alcun “ascensore sociale” e non c’è futuro della nostra Italia nella società globale della conoscenza.
In particolare, con il mondo politico deve essere affrontato il fenomeno dell’elusione contributiva delle grandi Società di ingegneria: tutti gli iscritti sono danneggiati, e l’entità del danno ricade sulle attese pensionistiche di ogni iscritto.
SESTA SVOLTA
INARCASSA deve avere come principio ispiratore l’importanza dell’aumento del business degli iscritti (e non rincorrendo ulteriori bonus assistenziali che finiscono per drogare i numeri e alterare il mercato).
Questo obiettivo va sostenuto con azioni mirate incentivanti.
Allo stesso tempo deve essere rafforzato l’impegno nel perseguire la concorrenza scorretta dei grandi soggetti che esercitano attività professionale, ma spesso eludono i contributi.
La Fondazione INARCASSA, così come oggi svolge i propri compiti, non è giunta ai risultati attesi e auspicati e quindi va riformata e potenziata.
RIFORMA DEGLI ORGANI STATUTARI
SETTIMA SVOLTA
Anche in seguito alla imbarazzante situazione ormai pubblica riguardante il comportamento della rappresentanza statutaria di INARCASSA (leggasi Presidenza in CdA), oggi è indifferibile riformare seriamente la Governance, e abbandonare questa autocrazia e tutto ciò che la alimenta: devono essere rispettati i limiti della legalità sempre e comunque, e resi efficienti gli Organi Statutari.
Clamorosa è la mancanza di trasparenza sullo svolgimento dell’attività del Comitato Nazionale dei Delegati, i cui componenti – a oggi – non possono verificare i propri voti espressi, ed entrano in possesso dei verbali solo dopo mesi dallo svolgimento del CND, oltre ad essere tenuti a non riportare agli iscritti i contenuti delle riunioni, e a sottostare ad altri divieti assolutamente anacronistici.
SETTIMA SVOLTA
Da attuare è por mano alle norme statutarie e regolamentari che dettano il funzionamento di tutti gli Organi dell’Ente, che sono inadeguate a una moderna cultura di governo, e che oggi sono all’origine del fallimento delle uniche riforme elaborate nel quinquennio, rigettate nelle ultime settimane dai Ministeri vigilanti.
I COSTI DI UNA CASSA PRIVATIZZATA
OTTAVA SVOLTA
Inutile nascondersi dietro la bandiera della rivendicazione di autonomia, è necessario riverificare la struttura di INARCASSA, che oggi consta di oltre 200 dipendenti, alla luce di quanto può essere risparmiato collaborando con le altre Casse privatizzate, e alla luce dell’avanzamento tecnologico informatico (I.A.).
OTTAVA SVOLTA
Gli Amministratori devono ripensare quali costi siano necessari e quali possano essere ridotti o condivisi con altre Casse.
Sono necessari 19 Consigli di Amministrazione, per 19 casse di liberi professionisti?
Quale ruolo ha ADEPP (ASSOCIAZIONE DELLE Casse Privatizzate dei liberi professionisti) se non affronta questi problemi?
Ai liberi professionisti nessuno regala nulla, e nello stesso modo INARCASSA non può essere mantenuta così come è solo per giustificare la struttura.
UN autorevole CONSIGLIO DI AMMINISTRATORI
NONA SVOLTA
Sia nei confronti dell’Assemblea dei Delegati che nei confronti del mondo esterno i Consiglieri di Amministrazione devono assumere individualmente un ruolo riconosciuto e autorevole.
Deve esserci una immediata ripresa dei deteriorati rapporti con i Ministeri vigilanti, attività completamente trascurata per anni, con il risultato sotto gli occhi di tutti della reiterata bocciatura delle riforme deliberate dal CND.
Bocciature, sia detto, che mai si sono verificate in passato.
NONA SVOLTA
Il Consiglio di Amministrazione e tutti i Consiglieri personalmente incaricati con una specifica delega devono relazionare regolarmente ai Delegati lo stato delle attività, tra le quali non può mancare una azione di illustrazione delle ragioni della libera professione a tutti coloro che istituzionalmente sono preposti alla vigilanza delle nostre delibere.
MECCANISMI ELETTORALI EFFICIENTI
DECIMA SVOLTA
Nell’ambito delle riforme che incentivano la qualità della Governance ed evitano l’appiattimento del Consiglio su una leadership autoritaria (ma oggi legittimata dalle attribuzioni statutarie) riteniamo opportuno:
A- Eleggere il Consiglio di Amministrazione all’inizio del mandato con una scheda con massimo 7/8 scelte su 11 dei nominativi disponibili in modo da garantire la presenza di più voci in consiglio, anche portatori di istanze esplicitamente differenziate, come è previsto per tutti i grandi consessi che hanno un ruolo operativo di gestione e direzione (per esempio presenza obbligatoria di consiglieri indipendenti nelle società quotate in borsa).
B – Prevedere a metà mandato una verifica dell’operato con elezioni in CND che possono rinnovare in parte o completamente il Consiglio di Amministrazione.
DECIMA SVOLTA
I recenti eventi degli ultimi mesi (vedasi anche il punto 7)) dimostrano – se ancora ve ne fosse bisogno – l’improrogabile necessità di questa DECIMA SVOLTA, dare qualità ed efficienza agli Amministratori e incentivare le scelte responsabili dei Delegati che per votare devono poter giudicare impegni e traguardi temporali concreti.
La delega affidata in CdA aiuta in tal senso e, in pratica, spinge a una regolare rendicontazione sullo stato delle attività al Comitato Nazionale dei Delegati, quindi poi agli iscritti.